La Premier League ha segnalato il club a una commissione indipendente, per una presunta violazione delle regole finanziarie tra le stagioni 2009-10 e 2017-18.
Lunedí 6 febbraio 2023 la Premier League ha comunicato che il Manchester City è stato “segnalato a una commissione indipendente” per una presunta violazione delle regole finanziarie tra le stagioni 2009-10 e 2017-18.
Sono due i filoni d’accusa nei confronti del club.
Il primo: il City é accusato di non fornire informazioni finanziarie accurate, in particolare per quanto riguarda le sue entrate (comprese le entrate di sponsorizzazione), le sue parti correlate e i suoi costi operativi.
Inoltre é accusato di aver violato le regole della Premier League su profitto e sostenibilità nel 2015-16, 2016-17 e 2017-18.
Il secondo: il City è accusato di non aver dettagliatamente documentato la remunerazione dello staff tecnico per un periodo di quattro anni ovvero le stagioni dal 2009-10 al 2012-13, quando era in carica Roberto Mancini.
La Premier League ha inoltre affermato che il City non avrebbe rispettato i regolamenti UEFA in materia di licenze per club e fair play finanziario nel 2013-14 e tra il 2014-15 e il 2017-18.
In totale ben 105 capi d’accusa riferiti a specifiche regole della lega inglese.
Il City va ricordato, venne squalificato dalle competizioni europee per due anni dalla UEFA per presunte violazioni dei suoi regolamenti FFP nel febbraio 2020.
La sanzione fu annullata dal Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) nel luglio dello stesso anno, quando il tribunale sentenziò che “la maggior parte delle presunte violazioni non erano state accertate o erano prescritte“.
Inciso necessario: la prescrizione é un istituto giuridico a garanzia dell’imputato. L’istituto assolve, nelle intenzioni del legislatore, alla funzione di garantire l’effettivo diritto di difesa all’imputato.
Col passare del tempo infatti è sempre più difficile per lo stesso imputato fornire e recuperare fonti di prova a suo favore: la prescrizione evita quindi eventuali abusi da parte del sistema giudiziario che potrebbero intervenire nel caso in cui il reato venisse perseguito a lunga distanza di tempo, e funge da stimolo affinché l’azione dello Stato contro i reati sia rapida e puntuale, seguendo un’azione repressiva in favore del principio di ragionevole durata del processo.
Purtroppo, come noto, in Italia questo significato originario viene spesso travisato, ma é bene qui riportare alla ratio di tale istituto giuridico.
La posizione del Manchester City
Il City ha espresso la sua “sorpresa” per le accuse della Premier League e ha respinto le accuse di non aver collaborato pienamente alle indagini. Fin qui nulla di inaspettato.
“Il Manchester City FC è sorpreso dalla pubblicazione di queste presunte violazioni delle regole della Premier League – si legge in un comunicato del club -, in particolare dato l’ampio impegno e la grande quantità di materiale dettagliato che è stato fornito alla Premier League”.
“Il club accoglie con favore la revisione della questione da parte di una commissione indipendente, per considerare in modo imparziale il corpus completo di prove inconfutabili esistenti a sostegno della sua posizione”.
“Non vediamo l’ora che questa questione venga messa a tacere una volta per tutte”.
I funzionari del club hanno appreso delle accuse lunedì mattina in una telefonata con la Premier League, che era ancora in corso quando è stata pubblicata la notizia.
Il City a tal proposito ha voluto sottolineare con stupore la tempistica dell’annuncio della Premier League.
Il club infatti ritiene che tutto sia collegato al previsto white paper sulla governance del calcio, che doveva essere pubblicato questa settimana – ed al momento é stato posticipato – da parte del Governo Inglese.
In altre parole, secondo il City, la Premier avrebbe utilizzato questa vicenda come coincidenza per rivendicare autonomia, dimostrando che può governare tra le richieste di un regolatore indipendente e mettendo cosí un tema nuovo nell’arena politica puntando ad un ulteriore rinvio (e magari alla futura cancellazione) dell’azione.
Il City come detto vinse al Tas anche grazie alla prescrizione, che tuttavia non é prevista nelle indagini della Premier League.
Per questo il club – che sostiene da sempre che avrebbe vinto contro l’Uefa a prescindere – ha detto di accogliere questa nuova vicenda come opportunità per riabilitare completamente il proprio nome.
Cosa rischia il City?
Le potenziali punizioni sono delineate nella regola W.51 del manuale della Premier League e vanno dal rimprovero, alle multe, alla detrazione di punti e persino all’espulsione dalla Premier League. Anche in maniera combinata, purché proporzionata alle violazioni.
Il City potrà ricorrere successivamente in appello. Cosí come la Premier League, nel caso non fosse soddisfatta dall’eventuale sentenza. In entrambi i casi verrà nominata una nuova commissione.
Eventuali detrazioni di punti potrebbero essere applicate al momento della decisione o in modo retrospettivo, aumentando la prospettiva che il City venga privato dei titoli.
Su questo punto diversi esperti legali hanno espresso pareri discordanti: c’é chi si aspetta che le sanzioni siano invece applicate in futuro, senza effetti sui tornei passati e chi sostiene la possibilità del contrario.
Non vi é quindi al momento chiarezza su entità dei rischi e perimetro di applicazione delle pene.
La commissione indipendente
Sarà guidata da Murray Rosen KC, avvocato che presiede il panel giudiziario indipendente della Premier League ed è stato nominato per il ruolo nel 2020. Sul sito della società di avvocati per la quale lavora, Rosen si dichiara tifoso dell’Arsenal.
Una dichiarazione, quest’ultima, che viene fatta per correttezza e trasparenza, senza ulteriori considerazioni valoriali sul club stesso o i suoi competitor.
Interessante notare che lo stesso Rosen é arbitro del TAS di Losanna, organo giudicante che tuttavia non é coinvolto nella vicenda avendo sede in Svizzera e non avendo quindi giurisdizione sui processi inglesi.
A lui spetterà la selezione di 3 persone, tra cui – vista la natura delle contestazioni – un esperto finanziario.
Le indagini della Premier League sul City sono durate più di quattro anni, è quindi improbabile che il panel indipendente giunga a una conclusione nell’immediato futuro. Dovrebbe richiedere diversi mesi ed andare oltre la fine di questa stagione sportiva.
Le tempistiche
Le accuse risalgono al 2009, ma i documenti sono venuti alla luce solo a novembre 2018, quando Der Spiegel ha pubblicato i documenti sottratti al Manchester City attraverso un’operazione di spionaggio informatico.
Due i filoni principali: le presunte sponsorizzazioni gonfiate e l’occultamento di alcuni stipendi dai costi del club. Entrambi col fine di violare il FFP Uefa.
Queste accuse si basavano su e-mail rubate da Rui Pinto, l’informatore portoghese dietro il dossier Football Leaks di documenti compromessi arrestato a Budapest nel gennaio 2019, rilasciato ad agosto 2020 e sotto processo a Lisbona dal 4 settembre 2020.
La Premier League iniziò ad indagare – come era già noto – dal dicembre 2018. Ma da allora l’unico dettagli trapelato riguardava il fatto che il City si stava rifiutando di collaborare.
Di fatto ci sono voluti due anni e mezzo per la raccolta dei dati e un altro anno e mezzo per la loro analisi.
Le reazioni degli altri club
Al momento non risultano prese di posizioni ufficiali delle altre società della Premier League.
Sul lato giuridico esistono diverse interpretazioni sulle eventuali reazioni che queste potrebbero prendere, diversi esperti legali sono di parere opposto tra chi ritiene che non ci siano margini per una eventuale azione dei club contro il City e chi invece individua in alcune fattispecie passate alcune possibilità.
Il processo UEFA
Tra le 105 diverse accuse che il club deve affrontare ce ne sono 5 relative alla regola della Premier League secondo cui i suoi club membri devono rispettare i regolamenti e i requisiti di licenza di terze parti, in particolare la Federcalcio, la FIFA e la UEFA.
La licenza UEFA nel caso del City viene rilasciata dalla federazione membro Uefa, ovvero la Football Association (FA). Quindi il club potrebbe essere chiamato a rispondere anche a quel livello.
Al momento, tuttavia, nulla é aperto in questo senso. Ed i giudizi precedenti del 2020 potrebbero non richiedere alcuna azione supplementare.
Il processo FFP – UEFA, ed ora?
L’indagine UEFA iniziò dopo le rivelazioni di Der Spiegel.
Le regole europee sono più rigide di quelle della Premier League, soprattutto sul tema delle perdite annuali.
Per questo é soprattutto il regolamento Uefa ad essere temuto dai club quando sono accusati di infrangere le regole.
Anche questo é un dettaglio che non va trascurato. Se si considera il punto di vista del City questa indagine era meno restrittiva di quella dell’Uefa, ci si aspettava da essa un esito quasi scontato ed invece – come appunto dice il club – l’uscita del 6 febbraio appare come una mossa politica (contro il white paper governativo) più che una mossa tesa a punire il club a breve.
Vale la pena ricapitolare brevemente.
L’indagine Uefa si aprí nel marzo 2019.
Nel febbraio 2020 la camera giudicante dichiarò che il City aveva dichiarato in modo errato i conti per 200 milioni di sterline fra il 2012 e il 2016, affermando che il club non collaborava alle indagini. La sanzione fu di 2 anni di squalifica e una multa di 30 milioni di euro.
Cinque mesi dopo, nel luglio 2020, una giuria del CAS ha scagionato il club dall’accusa più grave – sopravvalutazione delle entrate – con un verdetto a maggioranza.
Alcune delle accuse della UEFA erano prescritte, in quanto erano al di fuori dei termini dell’organizzazione (5 anni), ma la maggior parte di esse era semplicemente “non dimostrata”, per quanto riguardava la giuria.
Il City ha comunque dovuto pagare una multa di 10 milioni di euro per mancata collaborazione alle indagini.
Il libro bianco del governo inglese
Il libro bianco del governo sulla regolamentazione del calcio doveva essere pubblicato mercoledì, ma è stato respinto.
Come detto – e questo pensa il City – l’uscita pubblica della Premier League sul caso potrebbe quindi anche rappresentare una mossa politica per anticipare la pubblicazione del white paper questa settimana, con l’obiettivo di dimostrare che può applicare il proprio regolamento senza l’aiuto di un regolatore indipendente (e porre quindi un tema sul tavolo politico per chi non vede di buon occhio questa regolamentazione).
Ma il ritardo governativo pare solo legato alla voglia del governo di trovare un momento politicamente e mediaticamente opportuno, non ad incertezze di sorta sul documento.
Il libro bianco, che dovrebbe definire la legislazione per la creazione di un nuovo regolatore indipendente del calcio, del resto, è pronto da mesi.
Inizialmente è stato bloccato quando l’allora primo ministro britannico Boris Johnson è stato costretto a dimettersi lo scorso anno, con il suo successore Liz Truss che si è istintivamente opposto alle richieste di una maggiore regolamentazione.
Truss come noto non durò a lungo e dopo la sua caduta il governo é tornato a lavorare al piano. Il Labour party (all’opposizione) é un fermo sostenitore delle richieste di un regolatore
I Mondiali, il Natale e le altre priorità politiche (inflazione, scioperi a catena in Uk) hanno fatto slittare più volte l’annuncio.
Nel frattempo, a tutti i livelli in Europa, il calcio continua a dimostrare di avere grossi problemi nel mantenere quegli equilibri emersi dopo la Legge Bosman del 1995 e l’introduzione del Fair play finanziario nel 2012.
Una crisi che non sta risparmiando nemmeno il paese del campionato più ricco del mondo.