Giorgio Furiani, il nuovo Ceo del Milan

L’ufficializzazione del nuovo amministratore delegato del Milan, e come i giornali ne hanno parlato in questi giorni.

Nei giorni scorsi il Milan ha ufficializzato che Giorgio Furlani diventerà nuovo amministratore delegato del Milan.

Quarantenne milanese con esperienze nella finanza a Londra e New York, Furlani proviene dal mondo Elliott, il fondo che – come noto – aveva prima finanziato parte dell’operazione di acquisizione del cinese Yonghong Li da Silvio Berlusconi e successivamente rilevato il club quando Li era risultato insolvente.
Elliott in estate ha ceduto la maggioranza del club a RedBird Capital, società di investimenti nel mondo sportivo (da noi comunemente definita “fondo”) che fa capo a Gerry Cardinale.

L’operazione da 1,2 miliardi è stata fotografata da Calcioefinanza.it che nel dettaglio ha stimato sia il guadagno di Elliott dall’operazione, sia il prestito pari al 50% (600 milioni) che attraverso la formula del vendor loan (prestito del venditore la stessa Elliott, all’acquirente RedBird) al tasso del 7% permette a Elliott di avere ancora interessi nel Milan. Non è un segreto che Elliott abbia ancora posti in Cda, ed ora che un suo uomo vada a fare l’amministratore delegato.

Quel che stupisce è il fare inquisitorio con cui alcune testate come calciomercato.com (anche attraverso il profilo Twitter del suo direttore) trattano la vicenda.

La stessa Gazzetta.it ha scritto:

Nuovi proprietari che nominano a.d. l’uomo di fiducia dei predecessori? Una primizia assoluta per la Serie A. Sinceramente, non si era mai assistito a un cambio di proprietà con una contestuale, e sostanziale, conferma della vecchia dirigenza (cosa che ha alimentato qualche speculazione).

Quel che manca è un dato: cosa ci sarebbe di irregolare? Hanno diritto di tribuna le cosiddette “speculazioni” laddove vi è una operazione in cui chiaramente il precedente proprietario ha tutt’ora interessi – attraverso il vendor loan – nel capitale?

Già in passato Elliott (caso Yonghong Li) ha dimostrato di non aver problemi a smettere i panni del finanziatore a amministratore di un club, e la natura stessa (speculativa) del fondo che investe in asset finanziari e ne massimizza il profitto con la rivendita lascia pensare che il fondo gestito da Gordon Singer possa ripetere in caso di necessità, l’operazione in futuro.

Peraltro, e qui viene la parte prettamente aziendale – sportiva, Elliott ha riportato il Milan alla vittoria dello Scudetto e per la seconda volta consecutiva in Champions League dopo quasi un decennio di assenza, dimostrando quindi di avere la capacità di individuare le figure adatte a condurre con successo un club calcistico.

Alla luce di questo, che RedBird si affidi all’esperienza del gestore precedente pare essere una mossa pragmatica e di buonsenso, di tutt’altro segno rispetto agli spoil system che quasi sempre si vedono nel mondo del calcio in questi casi, volti solo a marcare attraverso un radicale cambio manageriale il proprio approdo in un club, a prescindere dalle fortune pregresse. Ben vengano, quindi, il pragmatismo e l’attenzione ai risultati dei manager più che alla loro provenienza.

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